Riflessione spirituale sull’ultima parola di Gesù

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Nel misterioso abbraccio della Croce, il Signore nostro Gesù Cristo, secondo l’evangelista Giovanni, pronuncia l’ineffabile parola: «τετέλεσαι» (tetelestai), che significa “è compiuto”. Questa espressione, carica di significato, risuona attraverso i secoli come un eco della divina economia.

Nella lingua greca dell’epoca, il termine tetelestai era familiare e ricco di connotazioni. In ambito commerciale, quando un debito veniva saldato, il creditore annotava tetelestai sulla ricevuta, proclamando solennemente: “Non c’è più nulla da pagare”. Così, il Signore ha liberato l’umanità dal peso del peccato, scrivendo sulla nostra condanna la parola della redenzione.

Quando un prigioniero otteneva la libertà, il documento della sua condanna era firmato con tetelestai, attestando che “giustizia è stata compiuta”. In questo, Cristo ha portato a compimento la giustizia divina, liberando le anime dalla schiavitù.

Nel sacro tempio, il sacerdote proclamava «è compiuto» al termine di un sacrificio perfetto, simboleggiando l’adorazione e la riconciliazione con Dio. Gesù, sommo Sacerdote, ha offerto il sacrificio supremo, rendendo perfetta l’adorazione e riconciliando il cielo e la terra.

Un comandante, al termine di una missione vittoriosa, esclamava tetelestai, manifestando che la battaglia era vinta e la missione compiuta. Così, il nostro Signore, con la Sua morte e resurrezione, ha trionfato sul peccato e sulla morte, assicurando la vittoria eterna per tutti noi.

Anche l’artista, al termine della sua opera, esprimeva un simile concetto, dicendo che l’opera è finita, non c’è nulla da aggiungere. Cristo, con la Sua parola finale, ha completato l’opera della salvezza, sigillando il destino dell’umanità con un amore senza confini.

In una sola parola, tetelestai, si racchiudono molteplici significati: il debito è pagato, la giustizia è stata realizzata, il sacrificio è perfetto, la battaglia è vinta. Una parola che annuncia la vittoria eterna e un amore completo, rivelandoci il profondo mistero della salvezza e della grazia divina.

Antonio Calisi

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