La prima donna laureata al mondo: Elena Lucrezia Cornaro Piscopia

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Benché oggigiorno possa apparire ordinario che una donna si laurei, vi è stato un tempo in cui ciò si configurava come impensabile. In questo quadro l’Italia vanta, forse inconsapevolmente, la prima donna al mondo che poté conseguire una laurea: Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, nata a Venezia nel 1646, quinta di sette figli. Ella, sin dall’infanzia e nel corso dell’adolescenza, diede prova di notevoli capacità intellettive e di apprendimento, dimostrando presto una marcata inclinazione agli studi filosofici, la cui frequentazione era supportata da una puntuale e appassionata conoscenza di lingue e civiltà antiche come quella greca, latina ed ebraica ed, ancora, dallo studio del francese, inglese e spagnolo.
All’età di ventun anni, nel 1665, diventò oblata benedettina, pur continuando a vivere presso la sua famiglia.  Quando, in seguito, presentò la domanda di ammissione alla laurea, dopo l’iscrizione all’università di Padova, si vide in un primo momento rispondere con un rigetto della richiesta, poiché alle donne non era concesso ricevere il titolo di dottore in teologia. Successivamente, tuttavia, nonostante il benestare dell’università di Padova, fu il cardinale Gregorio Barbarigo, vescovo di Padova, ad opporsi, giacché a livello clericale si riteneva che la donna fosse inferiore e incapace di ragionamenti complessi. A 32 anni, dopo che ormai il caso aveva acquisito notorietà, il titolo fu a lei concesso, ma ad una condizione: sarebbe stata dottoressa in filosofia e non in teologia, materia allora ancora intoccabile per una donna. L’evento suscitò notevole clamore, tanto che alla cerimonia di proclamazione l’aula era gremita di spettatori increduli, desiderosi di assistere a un evento di portata epocale e persino il re di Francia Luigi XIV si interessò alla donna per via della sua eccezionalità.
Elena, però, morì nel 1684, a soli 38 anni per via delle fragili condizioni di salute, peggiorate dalla sua totale dedizione allo studio; su spinta del padre fu eretta una statua in sua memoria, oggi perduta, di cui troviamo presso l’università di Padova una riproduzione, la quale purtroppo non basta a porre l’attenzione di tutti noi su una figura tanto osteggiata quanto ingiustamente dimenticata.
Maria Elide Lovero
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