La Fondazione Pomarici Santomasi di Gravina: uno straordinario museo poco conosciuto

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A Gravina in Puglia, antico centro dell’altopiano murgiano, sorge un importante Palazzo, sede di una Fondazione che coniuga diverse funzioni, ospitando musei e biblioteche all’interno di una vasta residenza nobiliare. Si tratta del Palazzo che fu l’abitazione del nobile Ettore Pomarici Santomasi, ultimo esponente di una nota casata della cittadina.

Il grande Palazzo ha un impianto seicentesco, rimaneggiato nel corso del tempo, finché nel 1917, alla morte del nobile, questi fece testamento a favore della Città di Gravina. Nacque, grazie alle ingenti risorse del Santomasi, una Fondazione che, disponendo anche di quelli che furono i terreni dell’azienda agricola di famiglia, permise la nascita di una Scuola Agraria.

A ciò si aggiunse una Biblioteca e un Museo di Antichità, che ospitò alcuni reperti della collezione privata del casato e quelli che furono rinvenuti più recentemente nel sito archeologico di Botromagno, nei dintorni di Gravina.

Tra i terreni donati al comune, anche quello su cui sorgono le rovine di quello che fu il Castello Federiciano.

Ad oggi, il vasto Palazzo ospita anche delle aule studio per i ragazzi di Gravina e un’importante Pinacoteca, recentemente rifunzionalizzata.

L’edificio sorge nel centro storico della cittadina, a poca distanza dai principali monumenti. Accedendo da un cortile interno, si raggiungono i piani superiori. La visita parte nel piano nobile, in parte occupato dalla Biblioteca e in parte occupato da arredi d’epoca. Si attraversa, quindi, quella che fu la residenza privata della famiglia, tra foto d’epoca, alberi genealogici e cimeli di un tempo passato.

Ambienti di grande suggestione sono sia la cappella privata, che ospita un altare in legno dorato, sia il salone delle feste, con un soffitto a cassettoni e un mobilio caratterizzato prevalentemente dalla colorazione rossa e dorata. Da questa sala, in particolare, si raggiunge la camera da letto, che ospita un ricco mobilio decorato con avorio e uno splendido letto a baldacchino.

Al piano superiore, invece, si sviluppano gli spazi museali, laddove in numerose sale con soffitti lignei dipinti si può toccare con mano la storia di Gravina e dell’altopiano murgiano, con reperti che passano dall’epoca preistorica a quella romana.

Oltre ai reperti propriamente antichi, si conservano una collezione di monete e una di armi ottocentesche, tra le quali una divisa borbonica.

Segue, poi, la Pinacoteca, dove prevalgono soggetti sacri e vedute che riprendono gli stilemi delle correnti napoletane settecentesche. In questi ambienti si conserva anche un’opera del Carracci, attualmente in prestito e quindi non visionabile.

La visita si conclude al pian terreno, dove si trovano due carrozze e materiale lapideo proveniente da vari siti della città e dell’agro. Allo stesso modo, si conservano ceramiche istoriate di Laterza.

Infine, sono conservati in un ambiente protetto, gli affreschi bizantini di San Vito Vecchio, staccati dal sito originario perché a rischio crollo a causa delle intemperie e dei vandali. Gli affreschi, restaurati, presentano figure di santi e un Cristo Pantocratore laddove si ergeva l’altare.

Giuseppe Mennea

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