Torna fruibile dopo 70 anni “La presa di Cristo” di Caravaggio

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Lo scorso 2 marzo è stata inaugurata a Napoli, presso la Fondazione Banco di Napoli e nella cornice di Palazzo Ricca, sito in Via dei Tribunali 213, un’importantissima mostra che sarà fruibile fino al prossimo 16 giugno. Il tema è il celebre dipinto di Caravaggio che mostra “La presa di Cristo” che, dopo essere stato esposto nel 1951 a Milano, in occasione della storica “Mostra del Caravaggio e dei caravaggeschi”, è rimasto sostanzialmente lontano dai riflettori e dal pubblico per 73 anni, essendo parte di una collezione privata.

Il dipinto, di cui tra i documenti della Fondazione Banco di Napoli è stata ritrovata la commessa, venne realizzato nel 1602 per conto della famiglia Mattei, che pagò al celebre artista una elevata somma, ben 125 ducati. Il dipinto confluì poi nella collezione Ruffo, dove venne rintracciato solo nel 1943 dallo studioso Roberto Longhi.

L’opera è stata poi acquisita dall’artista e mercante d’arte Mario Bigetti nel 2003, il quale ha finanziato un importante lavoro di restauro che ha permesso di identificare i tratti originari del dipinto. È la prima volta che l’opera è resa fruibile al pubblico dopo il restauro.

L’importanza del dipinto e quindi della mostra sta nel fatto che, delle ben 17 versioni oggi esistenti de “La presa di Cristo”, le uniche autografe sono sicuramente quella esposta a Napoli e quella conservata a Dublino presso la National Gallery of Ireland. Le altre 15 versioni sparse per il mondo sono, invece, delle semplici copie.

La composizione risente dei canoni barocchi dell’epoca, mostrando tutte le figure tra loro concatenate come fossero un unicum, animate da sentimenti vari come paura, tradimento, violenza e rassegnazione. L’unicità della rappresentazione sta anche nel fatto che Caravaggio fa proprio l’episodio, distaccandosi dalla vicenda come raccontata dai Vangeli: elimina ogni forma di ambientazione lasciando l’oscurità, che mette ancora più in risalto la scena centrale e la figura di Cristo. Inoltre, riduce drasticamente il numero dei partecipanti, raffigurando pochi soggetti e non la “gran folla” di cui si legge nelle Sacre Scritture.

Per l’occasione, negli altri ambienti di Palazzo Ricca, dove ha sede “il Cartastorie”, ovvero il museo della Fondazione Banco di Napoli, si è data importanza al periodo della permanenza di Caravaggio nel capoluogo partenopeo, andando ad individuare altri documenti che sembrerebbero ampliare la produzione napoletana. Tra i numerosissimi faldoni, infatti, è stata rinvenuta un’altra commessa, fatta da un ricco mercante napoletano di origine dalmata, Nicolò Radolovich, che incaricò Caravaggio di realizzare per 200 ducati una Madonna con Bambino di cui, ancora oggi, non si ha traccia.

A ciò si aggiungono i documenti in cui è descritta la commessa fatta dal Pio Monte della Misericordia per la realizzazione delle celebri “Sette opere di Pietà”, per la cui rappresentazione Caravaggio fu pagato ben 400 ducati.

La mostra è visitabile tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00. Per ulteriori informazioni si rimanda al sito della Fondazione Banco di Napoli.

Giuseppe Mennea

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