NEL PORTICCIOLO DI GIOVINAZZO, PONTILI PRIVATI AL POSTO DI QUELLI COMUNALI PER IL NOLEGGIO DI POSTI BARCHE

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Si è da poco spento il contrasto istituzionale circa l’illegittima permanenza nella cala porto dei due pontili, sistemati nel 2008 dal Comune, dietro un’autorizzazione temporanea della Capitaneria di Porto, per garantire l’attracco di natanti, durante l’esecuzione dei lavori d’ampliamento della banchina. La questione, com’è noto, ha avuto termine, solo nell’estate del 2022, con lo smontaggio completo dei due pontili e la rimozione dei blocchi di ancoraggio e relativi gavitelli e, quindi, con la liberazione dello spazio di mare adiacente alla banchina; il tutto a spese del bilancio comunale. Appena restituita alla navigazione portuale, lo spazio acqueo occupato dai pontili, la stessa Direzione del 3° Settore del Comune, ha richiesto la consulenza specialistica del dott. Pietro Bianco, funzionario dell’Autorità Portuale di Bari, per ridefinire tecnicamente e circoscrivere il territorio di mare necessario alla reinstallazione dei due pontili smantellati. E, con ogni probabilità, su indirizzo dell’Amministrazione, avrà anche riassunto i termini e le clausole procedurali per attivare una concessione a terzi dello spazio acqueo individuato e del tratto di banchina di accosto, utili a costituire la nuova struttura d’approdo tanto per barche da pesca che da diporto (D.D. n.139 del 03.11.2022). Sta di fatto che, rassegnata la valutazione progettuale preliminare per nuova piattaforna portuale, da parte del consulente dott. Bianco, il governo cittadino, con D.G. n.222 del 10 ottobre 2023, ha approvato la proposta congiunta del Sindaco e dell’Assessore al Patrimonio di incaricare la Dirigenza del 3° Settore di attivare la procedura per l’affidamento, ad evidenza pubblica, della concessione demaniale in ambito portuale, per una superficie di mq.1.649,82, e di un tratto di banchina di mq. 166,43, per un tolale di mq. 1.816,25.

Scopo della concessione marittima, per quanto riportato nel dispositivo di Giunta, è quello di affidare a un operatore del settore la ricostruzione e relativa gestione dei nuovi pontili per attrezzarli commercialmente a punti di ormeggio d’imbarcazioni da pesca e da diporto. Tanto in assenza del Piano Regolatore del Porto, la cui redazione fu disposta dall’ing. Cesare Trematore, con sua D.D. n.203/2020, nel  lontano dicembre del 2020 e mai portato all’esame e all’adozione del Consiglio Comunale.

Anche in questa circostanza, dunque, gli attuali decisori politici, conformandosi a una discutibile condotta gestionale autoritaria, hanno convenuto di poter determinare e individuare, secondo indicazioni della Direzione Tecnica comunale, un tratto di banchina e uno spazio acqueo portuale di accosto alla stessa di mq. 1.649,82  da assegnare in concessione a privati senza che ci sia a monte una specifica pianificazione di quello che è il territorio demaniale portuale e il relativo regolamento di attuazione e modalità di utilizzo dello stesso. Ne è stata mai configurata quale debba essere la necessaria ripartizione degli spazi portuali, agibili per l’attracco dei natanti, distinta tra la parte da privatizzare, mediante concessione demaniale, per la realizzazione di approdi a scopo sportivo e turistico-ricreativo c quella disponibile alla libera fruibilità per gli attracchi di navigli in transito. Così, pure, non pare sia stata mai circoscritta l’area di banchina da riservare per l’ormeggio delle   barche dei pescatori professionisti, regolarmente iscritti nell’apposito albo dell’Ufficio Marittimo.

Certamente nel caso di specie, ancorchè non si è potuto visionare l’elaborato tecnico-grafico predisposto dalla Direzione del 3° Settore, del tutto mancante come allegato al testo della Delibera di Giunta n. 222/2023 pubblicato all’albo pretorio, è da supporre che le clausole del procedimento concessorio, come pure la caratterizzazione delle opere strutturali e di ancoraggio dell’infrastruttura da reinstallare, dovrebbero essere quelli preordinati nel rapporto di consulenza del dott. Pietro Bianco. Dal testo della Delibera giuntale, in considerazione della durata decennale della concessione demaniale, si desume trattarsi, infatti, di una realizzazione portuale di lunga durata (dieci anni) e, non già stagionale, per le cui caratteristiche costruttive e per l’impatto ambientale, che si presume debba provocare nel contesto della insenatura portuale, necessiterà anche di un specifico titolo abilitativo.

E, allora, la domanda è: perché, a distanza di tre anni, dall’incarico affidato al Dipartimento di Ingegneria civile del Politecnico di Bari (I.C.A.R.) il Piano Regolatore del porto e il Regolamento di attuazione non viene sottosposto al vaglio del Consiglio Comunale per la sua adozione?

Peraltro, in qualche archivio dell’ufficio comunale dovrebbe essere custodito, perfino, un Piano degli Ormeggi, redatto da un Raggruppamento temporaneo di docenti della Università del capoluogo, incaricato appositamente, con D.D. n.244 dell’11.09.2015, che non è mai approdato all’esame del Consiglio Comunale. Un documento pianificatorio che si ritenne indispensabile far approntare specificatamente con l’obiettivo di definire le regole per l’utilizzo delle aree portuali da destinare a punti di approdo di natanti e delle banchine da diversificare per la tipologia di attracco e relativi servizi accessori ai posto barca da commercializzare. Un programma di interventi  cui anche l’attuale esecutivo ha ravvisato di dover tenerne in debito conto, nonostante, all’epoca, quell’incarico costò alle casse comunali ben € 48.800,00.

Dunque, la risoluzione in parola, rivolta a ricostituire i pontili per poter noleggiare posti barca di vario tipo e caratteristica, mediante un atto di concessione marittima a un operatore privato di parte dello specchio acqueo della cala, non si ritiene possa essere decisa a prescindere da una valutazione e approvazione dall’Assise comunale. Lo prova che l’operazione negoziale, cui è stato demandato l’approntamento e la conseguente attuazione alla Direzione del 3° Settore, non trattasi solo della  stipula di una convenzione concessionale di un territorio di mare in ambito portuale, ma comprende anche l’affidamento dell’appalto per la costruzione di due pontili e, ancora, della conseguente gestione di attività di ormeggio di natanti e di servizi accessori, in regime di offerta permanente al pubblico.

Ed è proprio questo obiettivo di realizzare un’opera portuale, finalizzata a soddisfare la domanda di noleggio di posti barca e natanti da diporto, che caratterizzerenne l’interesse pubblico cui la Giunta ha ritenuto fare espresso richiamo per motivare la decisione di esternalizzare la costruzione dei pontili e il relativo servizio di noleggio di posti barche a un operatore privato che ne assume la completa gestione commerciale con ogni onere a proprio carico.

Una scelta di appaltare la costruzione di ormeggi e conseguente gestione di posti barca e servizi annessi la cui competenza è da attriburisi esclusivamente al Consiglio comunale, specie, come nel caso di specie, la determinazione alla concessione demaniale marittima verrebbe a concretizzarsi fuori da ogni piano regolatorio di uso del territorio dello spazio acqueo portuale.

Un provvedimento che sa di frazionamento artificioso delle possibili attività portuali senza una visione organica delle potenzialità funzionali che la realtà di quell’ambito territoriale potrebbe assicurare per lo sviluppo turistico.

Giuseppe Maldarella

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