A Mesagne in mostra: “Caravaggio e il suo tempo – Tra naturalismo e classicismo”

Importante evento culturale nel brindisino

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Dal 16 luglio scorso fino al prossimo 8 dicembre, la città di Mesagne ospiterà un evento molto importante dal punto di vista della storia dell’arte. Un evento che si inserisce nel più articolato percorso di rinascita culturale che ha interessato il centro del brindisino e che è culminato con la candidatura a capitale della cultura. Stiamo parlando della mostra “Caravaggio e il suo tempo – Tra naturalismo e classicismo”.

La mostra, che ha sede presso il Castello Normanno Svevo, è stata organizzata da soggetti privati ed è patrocinata da Regione Puglia e Comune di Mesagne. L’esposizione temporanea ha consentito di portare nella nostra regione alcune opere di prestigiosi artisti del periodo barocco e contemporaneo, compreso appunto il Caravaggio, in modo da indagare da vicino il percorso in cui il Merisi seppe inserirsi da profondo innovatore delle tecniche pittoriche dell’epoca, con un occhio di riguardo al presente.

L’evento, quindi, va a considerare uno specifico momento della produzione dell’artista, la giovinezza, quando appunto andò a sviluppare quel profondo naturalismo che lo contraddistingueva, in netta opposizione rispetto al classicismo emiliano apprezzato a Roma nel Seicento.

Al momento, del celebre pittore, è possibile ammirare il “Ragazzo morso dal ramarro”, ma nei prossimi mesi verrà esposto anche il “Ragazzo con caraffa di rose”. Accanto a questi capolavori, figurano una serie di opere di artisti al Caravaggio contemporanei che influenzarono il giovane artista o, al contrario, furono influenzati dalla nuova corrente originata dallo stesso.

La versione esposta del “Ragazzo morso dal ramarro”, proveniente da una collezione privata, è in condizioni quasi perfette e fu acquistata tra gli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso dagli attuali proprietari. Presenta le medesime caratteristiche delle altre versioni note, conservate una a Firenze e una a Londra. Il protagonista dell’opera è un ragazzo ricciuto, ritratto a mezza figura, che ha probabilmente le sembianze del giovane Caravaggio, con una rosa bianca sopra l’orecchio destro. In primo piano, una natura morta (una caraffa di fiori e alcuni frutti) e viva (il ramarro). Il ramarro è raffigurato nell’atto di mordere il dito del giovane, la cui espressione comunica dolore.

Tra le altre opere esposte ricordiamo la “Conversione di San Paolo” di Ludovico Carracci, tema poi presente nella successiva produzione caravaggesca, la “Testa virile” di Guido Reni, realizzata sopra un incompiuto attribuibile a Caravaggio raffigurante una testa di santo, la “Santa Maria Maddalena in meditazione” di Artemisia Gentileschi e l’“Aristotele” di Luca Giordano. Accanto a queste e altre opere, spiccano alcune nature morte e, come anticipato, alcune opere contemporanee di Roberto Ferri.

Giuseppe Mennea

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