25 luglio 1943: il ruolo del Vaticano nella caduta del fascismo

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La caduta del fascismo in Italia nel 1943 fu un evento storico importante che ebbe un profondo impatto sulla vita del paese. Il Vaticano giocò un ruolo importante negli eventi che portarono alla caduta del fascismo.

Il 25 luglio 1943, il Gran Consiglio del Fascismo votò per rimuovere Benito Mussolini dal potere. Il Re Vittorio Emanuele III decise quindi di arrestare Mussolini e di nominare Pietro Badoglio come nuovo capo del governo. Badoglio negoziò un armistizio con gli Alleati e l’Italia uscì dalla guerra.

Il Vaticano era preoccupato per la situazione in Italia e il Sostituto della Segreteria di Stato, Giovanni Battista Montini, incontrò il Gran Consiglio del Fascismo il 25 luglio. Montini fece appello al Gran Consiglio di rimuovere Mussolini dal potere e il Gran Consiglio votò per farlo.

Il Vaticano giocò anche un ruolo nel negoziare l’armistizio tra l’Italia e gli Alleati. Il Segretario di Stato vaticano, Luigi Maglione, incontrò l’ambasciatore britannico a Roma, Sir Noel Charles, il 26 luglio per discutere dell’armistizio. Maglione fece appello agli Alleati di essere clementi con l’Italia e gli Alleati promisero di essere così.

Alcuni storici sostengono che il Vaticano abbia giocato un ruolo decisivo negli eventi che portarono alla caduta del fascismo in Italia.

Elena Hoehn, una donna tedesca che viveva a Roma durante la Seconda Guerra Mondiale, aiutò i tre Carabinieri Aversa, De Carolis e Frignani a nascondersi dopo l’arresto di Mussolini. I tre ufficiali erano stati arrestati dai tedeschi e rischiavano di essere fucilati. La Hoehn chiese udienza a Papa Pio XII, che si immedesimò subito nella loro vicenda e promise di aiutarli. Il Papa inviò padre Pancrazio Pfeiffer, un diplomatico ufficioso del Vaticano, a via Tasso, dove i tre ufficiali erano detenuti. Tuttavia, l’attentato di via Rasella impedì la loro liberazione. I tedeschi ordinarono la rappresaglia e i tre ufficiali furono uccisi insieme a 335 altri prigionieri alle Fosse Ardeatine.

Antonio Calisi

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