Il Casale di Balsignano a Modugno

Ciò che resta di un antico insediamento altomedievale

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Più volte abbiamo parlato nei precedenti articoli di alcuni esempi di architettura rurale più o meno antica e, nella maggior parte dei casi, abbandonata a sé stessa. fortunatamente, però, esistono altrettanti esempi di strutture che, attualmente, sono completamente recuperate e fruibili al pubblico. Un esempio è il Casale di Balsignano, a Modugno.

Esso rappresenta l’ultima traccia di un antico sobborgo che sorgeva a ridosso di Lama Lamasinata tra Modugno, Bitritto e Bitetto, e le prime notizie storiche risalgono addirittura al X secolo. Precedentemente, comunque, tali luoghi era già abitati, tant’è che nei recenti lavori di restauro sono stati rinvenuti alcuni reperti di un villaggio neolitico. Quasi sicuramente, il piccolo centro medievale si insediò su preesistenti strutture romane. Pare sia stato abitato anche da minoranze dalmate.

Il casale è costituito dall’antica muratura fortificata, interrotta regolarmente da possenti torri di vedetta, un castello, fulcro vero e proprio del centro, e alcuni edifici sacri, tra cui spicca la chiesa di San Felice, esempio pregevole di architettura bizantina e risalente al X secolo. Essa ibrida elementi artistici bizantini e arabi e presenta una cupola a tamburo ottagonale, oltre a tracce di affreschi.

L’area doveva essere molto importante dal punto di vista strategico ed economico, tant’è che fu al centro di numerosi scontri armati, prima all’epoca dei Saraceni, nel contesto degli scontri tra Impero Bizantino ed Emirato di Bari, poi nel quadro più complesso della successione al trono di Napoli, tra Angioini e Ungheresi. Nel corso del tempo divenne un cenobio benedettino dipendente dal monastero di S. Lorenzo di Aversa, ottenendo grandi concessioni dai duchi Normanni e dagli Svevi; fu, poi, ancora una volta saccheggiato nel corso del Cinquecento, all’epoca degli scontri tra Spagnoli e Francesi, per essere in seguito definitivamente abbandonato. Un breve periodo di ripristino risale al ‘700, quando divenne dimora estiva della nobile famiglia dei Faenza.

La struttura è rimasta per secoli abbandonata, per poi essere, fortunatamente, recuperata, a seguito di una donazione fatta dai proprietari al comune di Modugno. In particolare, l’insediamento è stato al centro di importanti interventi di restauro prima negli anni ’90 e poi nel 2011, che hanno permesso di rinvenire alcune testimonianze di sepolcreti altomedievali e il già citato insediamento neolitico.

Il casale presenta una duplice cinta muraria e, su quella più interna, si affacciano le principali strutture del complesso, tra le quali il castello. Si pensa che questo presentasse, almeno originariamente, due torri, delle quali, però, se ne conserva un’unica a seguito degli adattamenti susseguitisi nel tempo. A ridosso del castello, a costituire una sorta di corte, sorge la Chiesa di Santa Maria, cui si affianca il cenobio benedettino, risalente al XII secolo. All’interno di tale struttura, tra le altre cose, si individuano alcuni affreschi, ancora parzialmente leggibili. In posizione decentrata, invece, nello spazio tra le due cinte murarie, si erge la suddetta chiesa di San Felice, simbolo per eccellenza dell’intero complesso.

Giuseppe Mennea

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