L’architettura rurale di Palombaio a cavallo tra Neoclassicismo e Liberty

Due esempi di residenze estive della seconda metà del XIX secolo nella frazione bitontina

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Il XIX secolo fu, per la vicina Bitonto, un periodo di grande fervore artistico e culturale, in particolare nell’ambito architettonico, contesto nel quale si creò una vera e propria scuola attorno alla figura di Luigi Castellucci (1798-1877). Questi, formatosi presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, fu nominato professore onorario per le classi di Architettura e Archeologia dalla Reale Società Borbonica di Belle Arti e nel capoluogo campano aprì anche una scuola d’arte privata. In quel contesto, oltre a partecipare attivamente ai progetti di alcuni edifici napoletani, poté ben collocarsi all’interno di un vero e proprio crocevia di intellettuali, conoscendo, ad esempio, Antonio Niccolini, progettista del Teatro Piccinni di Bari. Tornato a Bitonto, progettò i ponti sul Balice, l’orfanotrofio Maria Cristina di Savoia, il Teatro Traetta e il Palazzo Jatta a Ruvo di Puglia.

Come anticipato, attorno alla figura dell’importante architetto, sorse una sorta di “scuola”, che permise l’affermarsi di importanti personalità nell’ambito dell’architettura. Tra i tanti, andiamo a considerare Raffaele Comes, di cui sopravvivono tuttora due progetti nella frazione di Palombaio: il casino Losito, già eremo di San Sebastiano, e villa Pannone-Ferrara.

Il casino Losito sorge appena fuori Palombaio, sulla provinciale per Palo del Colle. La struttura fu edificata attorno alla metà dell’Ottocento in chiaro stile neoclassico su quelli che erano i ruderi di un preesistente eremo o convento intitolato a San Sebastiano e dipendente dai Minori Osservanti di Bitonto. Come spesso accadeva, la struttura era stata abbandonata, acquisita dal casato patrizio e riconvertita in residenza estiva. Per questo motivo, tutti gli elementi che servivano a difendere l’originaria struttura furono “ingentiliti” e trasformati per dare alla villa un aspetto più signorile. Questa giace oggi abbandonata dopo essere stata quasi letteralmente sventrata da alcuni lavori che non permettono di leggerne l’immagine originaria. Si sviluppa attorno a una corte, occupata su tre lati da edifici e sul quarto (originariamente) da una cancellata in ferro battuto, oggi trafugata. Sulla destra erano presenti i locali agricoli e, in posizione opposta, la residenza: a fare da raccordo tra i vari ambienti c’era la cappella di San Sebastiano, dove fino agli anni ’60 era conservata una statua raffigurante il santo e risalente al 1491. La residenza vera e propria si sviluppava su due livelli a cui si aggiungeva il sottotetto (oggi eliminato e sostituito con un ulteriore livello costruito ex novo). Degni di nota gli elementi decorativi, come le lesene corinzie e l’ampio loggiato che, prima della speculazione edilizia del secolo scorso, garantiva un panorama a 360 gradi sulla borgata; il piano di calpestio del loggiato si sviluppa tra quelle che, all’epoca dell’eremo, dovevano essere due garitte o torri di vedette e che, nel rifacimento ottocentesco, sono state ampiamente decorate con stucchi.

L’altro esempio che consideriamo è villa Pannone-Ferrara che fortunatamente, a differenza del casino Losito, è ancora abitata e mantenuta in discrete condizioni. Se il progetto originario dell’edificio era del Comes, questo fu ripreso dall’ingegner Salvatore Ambrosi nel 1901; questo recupero ha fatto in modo che il progetto definitivo sia stato sviluppato in forme meno classiche e più tendenti al liberty. Anche qui troviamo due poli ideali, la parte agricola a destra e la residenza a sinistra, ma il raccordo è dato da un ampio portico di cinque arcate che immette nella corte e nel giardino. Le stalle e le cantine sono ampiamente decorate all’esterno da elementi scultorei, come teste di cavallo e putti danzanti che rimandano alla mitologia di bacco. La residenza si sviluppa su due livelli: la facciata, di un acceso rosso pompeiano, è impreziosita da elementi come bifore e un’ampia balconata con ringhiera in ferro battuto. L’elemento caratterizzante è, però, la torre che, sviluppandosi su ben quattro livelli, domina incontrastata l’intera campagna circostante. Nel giardino, dove sono presenti alcuni alberi monumentali secolari, sorge anche la cappella privata della famiglia intitolata alla Vergine del Rosario.

Giuseppe Mennea

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