3 gennaio 1521: Martin Lutero viene scomunicato

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Una figura non trascurata in nessun manuale di storia è, senza dubbio, Martin Lutero (1483-1546): inizialmente presbitero agostiniano e docente universitario, divenne presto noto come riformatore religioso ed iniziatore del protestantesimo, branca del Cristianesimo moderno ancora molto diffusa nelle nazioni centro-orientali dell’Europa.

Lutero, a dispetto della sua origine contadina, poté godere di un’accurata formazione in ambito teologico, attenta soprattutto allo studio della Bibbia e di Agostino d’Ippona, tale da fargli ottenere nel 1517 la cattedra di teologia presso l’università tedesca di Wittenberg. In quello stesso anno il Pontefice Leone X stabilì l’indulgenza plenaria per chi avesse offerto una somma di denaro da usare, secondo le malelingue dell’epoca e diversi storici,  per i lavori di ristrutturazione della Basilica di San Pietro di Roma. Fu proprio l’accrescersi della pratica delle indulgenze che portò il teologo tedesco, alla ricerca di una fede a suo giudizio più profonda ed autentica, a scontrarsi con le autorità della Chiesa, a seguito dell’affissione, il 31 ottobre del 1517, delle celebri 95 tesi sul Duomo di Wittenberg (la storicità di tale evento è stata, tuttavia, rigettata dagli storici Iserloh e Pani). Grazie alla recente invenzione della stampa, le tesi, concernenti gli “aggiustamenti” dottrinali da lui proposti, poterono riscontrare larga diffusione in Europa. Dinnanzi alla proposta di abolizione di numerosi capisaldi del Cattolicesimo, fra cui il culto dei santi e delle reliquie, cinque dei sacramenti, le messe in latino ed il sacerdozio, il 15 giugno 1517, papa Leone X emanò la bolla “Exsurge Domine”, con cui dava sessanta giorni a Lutero per ritrattare quanto affermato. In risposta quest’ultimo, nel dicembre di quell’anno, diede fuoco in pubblico alla bolla papale, aggiudicandosi, così, la scomunica e la messa al rogo dei suoi scritti, nel gennaio del 1521, con l’accusa di eresia. Benché condannato a morte, fu salvo grazie alla messa in scena di un rapimento ad opera del principe Federico di Sassonia, presso il quale poté soggiornare e dedicarsi alla traduzione tedesca della Bibbia.

Tuttora alcuni credono erroneamente, come denunciato dallo storico Rodney Stark nel saggio “False testimonianze”, che vi sia uno stretto legame tra Riforma luterana e libertà religiosa, insita nell’idea secondo cui ciascuno è responsabile della propria salvezza e, pertanto, può adorare a sua discrezione, quando in realtà, la Riforma di Lutero non sostenne nulla del genere, bensì “sostituì il monopolio delle chiese cattoliche con quello delle chiese protestanti”. Nel medesimo saggio Stark denuncia e smentisce la falsità de “Il mito dell’etica protestante”, portato avanti, ad esempio, dal sociologo Max Weber, per il quale il Protestantesimo avrebbe prodotto una particolare etica del lavoro, da cui sarebbe derivato il Capitalismo, a suo parere segno indiscusso di modernità.

Maria Elide Lovero

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