Chi avrebbe mai immaginato, che sarebbe stata proprio una scelta del Sindaco a impedire ulteriori insediamenti di spiagge libere con servizi (SLS), quando in tutti questi anni l’insorgere di tali siti sul litorale cittadino è stato fortemente avversato non solo dai gruppi d’opposizione, quant’anche dalla stessa opinione pubblica.
Eppure è accaduto!
Il dott. Sollecito, a mezzo di un atto giuntale (D.G. n.189 del 23.10.2025) ha impartito al Dirigente del Settore Gestione del Territorio: “di non procedere al rilascio di concessioni demaniali di spiagge libere con servizi sino all’approvazione del Piano Comunale delle Coste (PCC)”.
In altre parole ha richiamato l’Unità direzionale che gestisce il demanio di non dar luogo ad altre concessioni di aree marittime per la balneazione e, comunque, a qualsiasi istruttoria di procedimenti amministrativi per l’attivazione di nuove spiagge libere con servizi.
Scopo di una tale inaspettata, quanto improvvisa, decisione, si legge sempre nel disposto, inviato al Dirigente, sarebbe quello di “garantire una gestione unitaria delle aree demaniali marittime e una corretta pianificazione e allocazione delle spiagge libere con servizi”. Intento questo, per quanto la stessa autorità politica afferma, essere possibile solo in presenza di un vigente piano regolatore del territorio costiero, come anche del porto.
E, tuttavia, si puntualizza che trattasi solo di una temporanea sospensione della potestà discrezionale dell’Amministrazione di valutare nuove autorizzazioni balneari per un periodo massimo di diciotto mesi. Salvo che non intervenga, prima dello scadere di tale termine, l’approvazione del Piano Comunale delle Coste, che, come si sa, spetta al Consiglio Comunale. Circostanza questa del tutto improbabile dal momento che sono trascorsi, inutilmente, ormai tre anni da quando fu commissionata nuovamente la redazione aggiornata di tale strumento al ben noto arch. Paolo A.M. Maffiola (D.D. n.174 del 7.12.2022), incaricato pure della pianificazione del bacino portuale.
Il periodo di sospensione dei diciotto mesi, peraltro, andrebbe a scadere proprio con l’esaurirsi del mandato elettivo del dott. Sollecito; il che significa che, in assenza della entrata in vigore del Piano delle Coste, nel corso della attuale conduzione politica, non dovrebbero esserci più concessioni per spiagge libere con servizi.
Una evenienza questa, a dir poco confortante, che non ci si aspettava minimamente, dopo l’occupazione di gran parte della scogliera del lungomare di ponente da strutture di varia natura, per modo di dire, balneari. Anche se non si capisce perché una tale direttiva di sospendere le concessioni demaniali non ha a riguardare qualsiasi richiesta di occupazione di spazi marittimi, anche quelle finalizzate a scopi diversi dalla costruzione di un impianto balneare.
Ma qual è la ragione vera di questa decisiva inversione della linea politica, finora perseguita, di privatizzare, mediante concessioni demaniali, vaste aree del nostro litorale costiero, iniziata fin dal 2020 con il governo Depalma e continuata con Sollecito?
La spiegazione la si legge appunto nella relazione introduttiva della direttiva indirizzata al Dirigente comunale, cui tra l’altro si fa presente che vi è un considerevole numero di richieste da parte di privati per ottenere concessioni demaniali per spiagge libere attrezzate.
E questo era da immaginarsi, considerato che le strutture balneari, finora autorizzate, oltre a quanto serve per l’accoglienza in spiaggia offrono alla clientela servizi turistico-ricreativi. Di fatto fungono anche da luoghi rivieraschi di intrattenimento e di relax diurno e serali, particolarmente per una clientela giovanile.
E, dunque a fronte di queste richieste la cosa migliore che si è ritenuto di fare è stata quella di trovare una soluzione procedurale per ovviare di dare risposte motivate a tali istanze, considerato anche che sono già attive diverse situazioni di gestioni balneari da parte di privati lungo tutta la fascia costiera. E per dare una certa fondatezza giuridica alla decisione di non poter dar seguito ad alcuna richiesta di concessione demaniale da destinare ai servizi di balneazione si è fatto espresso richiamo all’art. 8 della L. R. Puglia n. 17/2015 che stabilisce che “il rilascio e la variazione delle concessioni demaniali marittime devono avvenire nel rispetto del Piano Comunale delle Coste”.
E così a Giovinazzo, tuttora sprovvisto di un Piano delle Coste, ancorché in corso di redazione come si è sopra detto, non sarebbe possibile prendere in esame una qualsiasi richiesta di assegnazione di spazi lungo la litoranea marittima.
E’ la Legge regionale a impedire il rilascio di concessioni demaniali marittime per qualsiasi loro impiego e destinazione, quando non è vigente il Piano Comunale delle Coste, strumento urbanistico ritenuto indispensabile a regolare ogni intervento tecnico-funzionale del territorio costiero e a prevedere il miglior utilizzo di detto patrimonio demaniale nell’interesse della collettività.
E trattandosi di una legge, ormai in vigore da diversi anni, forse c’era bisogno che ne venisse richiamata in maniera formale l’applicazione, sia pure nei termini sopra illustrati, dall’autorità politica? La Direzione tecnico-gestionale non sarebbe forse tenuta a dare osservanza ai dettati legislativi regionali oltre che nazionali, senza che gli venga impartita alcuna particolare indicazione in tal senso?
Ma se questo è, come mai, solo ora, si tiene a far valere il dettato legislativo regionale, in vigore già dal 2015, quando concessioni marittime per spiagge libere con servizi sono state rilasciate, nonostante l’assenza del Piano comunale delle Coste?
Peraltro, l’iniziativa all’insediamento di stabilimenti balneari con la configurazione di Spiaggia libera con servizi (SLS) è da attribuirsi alla determinazione e insistenza dal governo Depalma-Sollecito che, con le famose e contestate delibere di Giunta nn. 11 e 12 del 30.01.2020, incaricò la Direzione del 3° Settore di circoscrivere le aree costiere in fregio al Lungomare di Ponente per affidarle, mediante bando pubblico, a privati, con il preciso scopo di impiantarvi stabilimenti balneari con servizi accessori a pagamento. E non si può certo non sottolineare che quelle aree, una volta aggiudicate in concessione a privati, di fatto sono state sottratte alla fruizione pubblica. E questo in assenza di un valido Piano Regolatore delle Coste e, ancor più, di una specifica determinazione del Consiglio comunale, unico organismo cui spetta la competenza circa la potestà pianificatoria del territorio urbano, compreso quello marittimo, quest’ultimo su delega regionale.
Non è qui il caso di fare rinvangare le accese polemiche che ne sono seguite a dette scelte politiche quando si è dato inizio ad impiantare sulla scogliera, fino sulla linea di battente delle acque, quelle complesse pedane e altri impalcati e pertinenze logistiche per l’accoglienza degli avventori.
Come mai, allora, la stessa Amministrazione civica scientemente volle ignorare ostinatamente il dettato legislativo dell’art. 8 della L.R. n.17/2015, lo stesso principio normativo cui oggi si appella per giustificare l’impossibilità tecnico-gestionale di vagliare qualsiasi richiesta di concessione demaniale rivolta a costruire nuovi complessi a balneazione libera con servizi a pagamento (SLS)?
Questa potrebbe essere considerata la classica arte funambolesca dei praticanti della politica?
Giuseppe Maldarella












