QUE RESTE-T-IL DI “GIOVINAZZO ESTATE” DEL GOVERNO DEL DOTT. SOLLECITO?

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E’, ormai, andato a concludersi il vasto e variegato programma degli eventi estivi, per lo più, patrocinato dall’Amministrazione comunale che forse avrà fatto, pure, il bilancio dell’intera stagione, valutata, naturalmente, in positivo, stante il gran flusso di presenze che, si dice, siano state  registrate in occasione delle tante manifestazioni svoltesi.

Ma cosa è  rimasto dei tanti spettacoli e delle decantate rappresentazioni che si sono tenuti in vari luoghi ed ambiti del territorio cittadino?

Mi sono posto questo interrogativo che, per la verità, mi ha procurato sconcerto per quanta  trasandatezza e incuria ho potuto riscontrare in ogni dove, sin dagli inizi di settembre. E, questo al di là, di quelle circostanze fattuali cui vandali e incivili approfittano per deteriorare i beni pubblici e delle stesse azioni malavitose a danno dei privati da questi denunciate.

Mi permetto solo di fornire qualche immagine da cui ho potuto, purtroppo, trarre la triste considerazione che sia in essere una certa politica di lassismo al punto che si tollerano situazioni indecorose in assenza di efficaci e costanti controlli.

Ho constatato che il mercato giornaliero, essendo da tempo sgombro di banchi e box di venditori di verdure lo si utilizzi a deposito delle transenne che, qualche mese fa, sono state acquistate dal Comando di Polizia Urbana. Ma, in barba anche a qualsiasi norma di igiene pubblica, finita la stagione balneare, si è approfittato per ivi ricavarvi, perfino, uno spazio per accantonare i bagni chimici, credo di proprietà comunale, cui poi sono state affastellate cassette da frutta o contenitori di prodotti alimentari. Qualcosa veramente inamissibile! Chi sa chi abbia disposto di portare lì i bagni utilizzati nel corso della intera estate sul litorale e se siano stati igienizzati prima di essere lì allocati.

E ci sono ancora tante transenne in giro per la città che non sono state ritirate o che sono utilizzate, in piazza, per circoscrivere i pali e gli arredi delle luminarie impiantate per la festa patronale.

Altre ancora sono poste per segnalare la rottura di ringhiere dei pilastrini in pietra del lungomare o a delimitare situazioni di rischio o di sbarramento a varchi abusivi in strutture e ambienti pubblici. 

Sempre in piazza e lungo tutta la via Marconi, in accosto alla fabbrica dell’ex Istituto Vittorio Emanuele II, i pannelli metallici di recinzione, installati a protrezione dell’incolumità pubblica, in alcuni tratti, si sono disancorati, a seguito di qualche indebita manomissione, con grave rischio per i passanti, senza che nessuno si periti di risistemarli.

E che dire del nuovo punto di deposito rifiuti nel bel mezzo dello scalo di alaggio, sul luogo ove è stato rimosso l’apparato di controllo di accesso allo scalo stesso, divenuto, ora, area di sosta per autoveicoli. D’altronde, non c’è strada o piazza che non abbia una risma di cassonetti e contenitori di rifiuti privati senza alcuna cura igienico-sanitaria degli stessi. Eppure era stato assicurato (Ordinanza sindacale n.5 del 12.01.2017) che, con l’intoduzione del sistema domiciliare di ritiro rifiuti, tutta la gestione del servizio avrebbe comportato una diversa immagine della città, proprio per effetto della eliminazione di tutte le isole stradali di raccolta e di tutti i cassonetti della impresa appaltatrice che, almeno, aveva l’obbligo per contratto di igienizzarli.  

Si è, perfino, assistito all’abbandono, a ridosso della facciata a mare del municipio, di un telaio della rete da letto.  Qulcosa di inaudito, visto che sul sito c’è pure un dispositivo di videocamera.

Che orrore, ancora, quelle grosse fioriere, da tempo, vuote o con piante secche che campeggiano  in vari punti della città.

 

Non sarà, forse, più attrattivo il centro se i decisori politici indirizzassero decisamente le azioni di governo su scelte che portino un riordino urbano in termini di decoro ambientale e di salubrità, senza quella incontrollata occupazione di spazi pubblici con improvvisate isole di raccolta dei rifiuti?

Giuseppe Maldarella

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