Le donne che hanno fatto la storia, Ipazia d’Alessandria

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Da che esiste il mondo la donna non è mai stata considerata, anzi è sempre stata discriminata, umiliata, molestata, ritenuta inferiore, i cui compiti erano quelli di badare alla cura della casa e della famiglia. Considerazione che purtroppo ancora oggi c’è… Eppure nel corso del tempo le donne hanno combattuto per i propri diritti e per dimostrare al mondo quello di cui sono capaci (il solo fatto di dare al mondo la Vita dovrebbe bastare ma non è così). 

In questa rubrica vi parlerò di alcune di quelle donne che nel corso del tempo si sono rimboccate le maniche e che hanno dato vita a opere d’arte, invenzioni, pensieri politici… ma che non state menzionate nei libri proprio per il fatto di essere donne. 

Alcune sono diventate famose lo stesso, altre non hanno avuto la stessa fortuna, ma tutte hanno fatto cose incredibili e meritano di essere ricordate. 

Iniziamo parlando di una donna nata nel 355 o nel 370 d.C. ad Alessandria in Egitto considerata la prima scienziata della storia. Questa donna si chiamava Ipazia ed era figlia dell’ultimo direttore della mitica Biblioteca d’Alessandria che conteneva i documenti scritti dell’antichità. In ciò fu molto fortunata perché questo le permise di avere un’educazione e un’istruzione fuori dal comune per l’epoca in cui viveva. Divenne una grande matematica, filosofa, astronoma, ottenne un posto da insegnante nel museo ed era anche molto abile nella costruzione di dispositivi tecnologici come un astrolabio, utile per calcolare la posizione degli astri, un idrometro, utile per determinare il peso dei liquidi, e un densimetro, utile invece per per misurare la densità dell’aria e altri gas. Questa sua mente brillante fu però causa della sua morte: Ipazia venne brutalmente assassinata da una setta cristiana che considerava le sue teorie scientifiche una minaccia. Ipazia divenne così una “martire della scienza”. Il suo nome non manca mai durante la commemorazione in onore delle donne e delle ragazze nella scienza celebrata ogni anno l’11 febbraio e anche se non conserviamo i suoi scritti, a causa della distruzione della Biblioteca da parte dei Romani, Ipazia e la sua sete di conoscenza sono tuttora un esempio per tutti noi.

Angelica Caputo

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