“Donne sull’orlo di una crisi di nervi”: un film di culto per la comicità madrilena

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CG Entertainment ha annunciato la rassegna “Almódovar – La forma del desiderio”. Dal 15 giugno sono tornati al cinema cinque film di culto degli anni Ottanta del regista spagnolo: “L’indiscreto fascino del peccato”, “Che ho fatto io per meritare questo?”, “La legge del desiderio”, “Tacchi a spillo” e “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”. Questo ultimo citato lungometraggio sarà l’argomento di cui andremo a disquisire.

Vincitore di 8 premi Goya – l’equivalente dei nostri David di Donatello – su 15 candidature, è stato nominato all’Oscar nel 1989 per il miglior film straniero in rappresentanza della Spagna.

Il film ha come protagonista Pepa una doppiatrice cinematografica che viene lasciata da Iván, suo amante e collega, tramite un messaggio nella segreteria telefonica. Una volta scoperto di essere incinta, passa almeno metà del film ad aspettare una chiamata da parte di Iván per comunicarglielo. Nelle due giornate successive, riceve numerose e inaspettate visite nel suo colorato e insolito attico (che ospita diverse specie di animali decisamente non domestici): Candela, una sua amica convinta d’essere ricercata dalla polizia per una storia con un terrorista sciita, il figlio di Iván, Carlos, di cui non sapeva l’esistenza, insieme alla fidanzata Marisa, venuti per comprare l’appartamento, l’ex moglie di Iván, Lucía, una donna che soffre di infermità mentale, due agenti di polizia e un tecnico venuto a riparare il telefono.

Tra un gazpacho – zuppa tipica spagnola a base di verdure crude – corretto con dei sonniferi, colori e riferimenti alla cultura pop anni ’80, “Mujeres al borde de un ataque de nervios” ha tutti i tratti della tipica commedia spagnola in pieno stile almodovariano, ovvero realistico e originale, provocatorio e libero dalle emozioni forti. Nonostante l’inquadratura in questo genere però, secondo quanto descritto dal titolo,  Pepa, Candela, Marisa e Lucía sono donne la cui vita sembra andare a pezzi, avvolte nel dolore e abbandonate da uomini che le hanno lasciate perché considerate delle “pazze”.

Foto di MUBI.

Sofia Fasano

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