La dipendenza da smartphone in Italia

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La dipendenza dal cellulare in Italia rappresenta un fenomeno crescente che riflette una tendenza sempre più globale. Con l’avvento delle nuove tecnologie e la possibilità di un accesso continuo a internet, i dispositivi mobili hanno assunto il ruolo di strumenti necessari nella vita quotidiana; tuttavia, un loro uso eccessivo può produrre comportamenti problematici.

I giovani risultano particolarmente esposti a questo genere di dipendenza, la quale può manifestarsi in forme diverse, come la necessità di verificare costantemente potenziali aggiornamenti sui social media, l’uso eccessivo di messaggistica istantanea o il controllo compulsivo delle notifiche, abitudini che possono compromettere il sonno e la produttività.
Diversi studi hanno comprovato che l’uso prolungato dei social media può portare a disturbi fisici e dell’umore, ansia, depressione, sentimenti di inadeguatezza, specialmente tra delle categorie vulnerabili quali gli adolescenti e i giovani adulti.
Il “FOMO” (fear of missing out) e la ricerca costante di approvazione attraverso “mi piace” e commenti si configurano fra le dinamiche che contribuiscono ad aumentare gli stati stressogeni ed ansiogeni. Ad esso si può aggiungere la nomofobia, ossia una paura vera e propria di restare esclusi dai contatti virtuali, a causa dei quali molti individui sperimentano i classici sintomi dell’attacco di panico (tremoro, battito cardiaco accellerato etc.).
Gli esperti, pertanto, suggeriscono di stabilire limiti di tempo per l’uso del cellulare e di incoraggiare attività all’aperto o interazion reali. Inoltre, ci sono app che monitorano e limitano l’uso del cellulare, aiutando gli utenti a prendere consapevolezza del loro comportamento.
La dipendenza da cellulare, dunque, dimostra avere impatti significativi sulla vita sociale e psicologica delle persone, specialmente per coloro che sono ancora in età evolutiva e il cui utilizzo medio del cellulare si aggira intorno alle 6 ore: nei teenagers tale comportamento compulsivo è correlato al disturbo oppositivo provocatorio.
Maria Elide Lovero
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