Gloria! – la musica come strumento di emancipazione femminile nell’Ottocento

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Foto ANSA.

Per la serie attori e attrici che debuttano dietro la macchina da presa – una lista che via via si allunga a partire dall’anno passato 2023 almeno per quanto riguarda il quadro italiano -, Gloria! di Margherita Vicario è ancora disponibile in qualche sala. La neo regista non nasconde di essere figlia d’arte (di produttori), in fondo non è la prima e non sarà di certo l’ultima.
Il film racconta di un gruppo di orfane e ragazze madri rinchiuse in un istituto ecclesiastico (di sant’Ignazio) all’inizio dell’Ottocento in Veneto. Le ragazze hanno a loro disposizione un unico mezzo per emanciparsi, ma prima ancora per esprimersi ed essere viste e soprattutto ascoltate, ovvero la musica. Devono prepararsi a un concerto per la visita imminente del papa e nel frattempo scoprono e si approcciano di nascosto a un nuovo strumento (“del diavolo”), l’invenzione del secolo: il pianoforte. Ed è qui che la musica classica mescola due generi moderni, il jazz e il pop. A recitare al fianco di nuove promesse del cinema e dello spettacolo come Carlotta Gamba e Galatéa Bellugi c’è Veronica Lucchesi de “La rappresentante di lista” che in una delle scene più toccanti del film canta i versi della sua canzone “Questo corpo”.
Gloria! di Margherita Vicario è un debutto alla regia che ci ha preso in pieno, con qualche svista perdonabile a una prima esperienza e per un’artista a 360° gradi che ha scritto e diretto il film componendo anche le musiche. Un film che, dopo Gerwig e Cortellesi, prosegue la pista del cinema da un punto di vista femminile, una storia di sorellanza, un misto di “Dead Poets Society” (ossia “L’attimo fuggente”) al femminile e un “Sister Act” laico nel quale alla fine delle le ragazze si salvano da sole.

Sofia Fasano

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