UN NUOVO INCARICO PROGETTUALE PER IL PORTO DI GIOVINAZZO

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Potrebbe sembrare strano che, a distanza di anni, da quando l’Amministrazione Depalma, nel luglio del 2019 (D.G. n.109/2019), ritenne di dotare la città anche di una pianificazione delle attività portuali, l’ing. Carrieri, abbia deciso, solo ora (D.D. n. 221 del 15 dicembre scorso), di incaricare l’arch. Paolo A.M. MAFFIOLA di Bari per redigere il “PIANO REGOLATORE PORTUALE” di Giovinazzo, accordandosi  per un compenso onnicomprensivo di € 25.376,00.

La cala porto sul finire dell’ ‘800

Sono indotto a pensare che una ragione ci sia nell’assumere, adesso, detta Determinazione.

Di sicuro, il Dirigente comunale avrà ben considerato di trovarsi nell’impossibilità, in assenza di un Piano Regolatore Portuale, di dar corso alla direttiva politica, di comune iniziativa del Sindaco, dott. Sollecito, e dell’Assessore, Depalo, (D.G. n.222 del 10.10.2023) di conferire a privati determinati spazi portuali allo scopo di costruire pontili per commercializzare posti barche.

Infatti, nonostante molteplici incarichi, affidati a esperti urbanisti esterni o raggruppamento di professionisti del settore, la città Giovinazzo è, tuttora, sprovvista di un disciplinare tecnico-urbanistico per la conduzione dei servizi di attracco di natanti e di movimentazione a ridosso della banchina.

Una mancanza che, di fatto, impedisce di attuare un qualsiasi intervento di una certa importanza nell’ambito di quella particolare realtà paesaggistica della “Cala Porto”.    

Aspetto di non poco conto che ho subito evidenziato, proprio all’indomani della scelta politica di cedere ai privati aree portuali per la gestione di pontili, con il mio recente commento alla richiamata delibera di giunta n.222/2023, pubblicato in data 20.10.2023, dal titolo: “Nel porticciolo di Giovinazzo, pontili privati al posto di quelli comunali per il noleggio di posti barche”.

A tal proposito ho posto in risalto quanto da sempre disposto dalla normativa regionale n. 17/2015 che, all’ultimo capoverso del p.9 dell’art. 5, sancisce il divieto assoluto di nuove concessioni demaniali marittime senza un piano regolatore portuale.

La costa di ponente agli inizi del ‘900

Ripetere quanto accaduto in occasione delle due contestate concessioni demaniali sul litorale di ponente, utilizzate per attrezzarvi due Spiagge Libere con Servizi (SLS), in assenza di regolare e valido Piano Comunale delle Coste, sarebbe stato veramente assurdo. Già, perché anche entrambe quelle concessioni demaniali sulla linea di costa sono state assegnate, pochi mesi fa, senza attendere l’avvenuta riformulazione del sussistente Piano delle Coste, redatto dalla ECO-Logistica S.r.l., che, peraltro, non era stato mai assunto a strumento disciplinare dal Consiglio Comunale, ancorchè recepito dall’allora Giunta Depalma con Delibera n. 200 del 20.11.2014. E, di fatto, a dicembre 2022, pochi mesi prima del rilascio delle contrastare concessioni, ci si rese conto della necessità di provvedere alla riedizione del Piano delle Coste, resasi necessaria a seguito dell’intervenuta rivisitazione della normativa paesaggistica regionale (DGR n. 650 dell’11.05.2022).  Pure, in quel frangente, l’ing. Carrieri ha ravvisato assegnare, con sua Determina n.174 del 7 dicembre 2022, l’incarico all’arch. Paolo MAFFIOLA, noto professionista per essere stato, in precedenza, già delegato per altre progettazioni per conto del Comune, dietro compenso complessivo di € 15.342,46.

E, dunque, nelle more dell’approntamento del rinnovato documento comunale di pianificazione delle attività sulla fascia del litorale e della relativa adozione da parte del Consiglio comunale si è azzardato, ad aprile scorso, accordare le concessioni demaniali ai due operatori economici, che se le erano aggiudicate a seguito di gara. Conseguentemente, fuori da una disciplina che regolasse l’utilizzo privato dei territori costieri, è stata, altresì, autorizzata la costruzione degli impianti balneari perché potessero funzionare, da subito, nei mesi estivi, appena trascorsi.

Non c’è dubbio che l’ing. Carrieri, questa volta, prima di attivarsi con le procedure di gara per l’assegnazione delle concessioni demaniali all’interno del porto, finalizzate alla costruzione di approdi, indipendentepente anche da specifice valutazioni tecniche richieste al consulente, dott. Pietro BIANCO  dell’Autorità portuale di Bari, sia stato indotto a non eludere la normativa regionale in materia.

E’ segno che voglia agire, per quanto gli compete, solo in presenza di un Piano regolatore portuale.

Ritengo, quindi, sia questa la ragione dell’affidamento all’arch. MAFFIOLA della redazione del Piano Regolatore del Porto. Peraltro, con questo suo conferimento al Tecnico esterno, non potendo provvedervi d’ufficio, non ha fatto altro, sia pure a distanza di anni, di dare attuazione agli indirizzi politici della Giunta Depalma, diramati con puntuali atti nn. 109/2019 e 50/2020, con l’obiettivo di mettere a punto, finalmente, un documento di pianificazione dell’area portuale.

Non si può, comunque, disconoscere che, questo dell’ing. Carrieri, sia l’ultimo degli incarichi professionali che sono stati attribuiti dal Comune a urbanisti e esperti professionisti di settore per eseguire studi di riqualificazione e valorizzazione di tutta quanta l’insenatura portuale e degli spazi di pertinenza, compresi i due pennelli frangiflutti da riadattare come banchine per l’ormeggio di natanti. Analisi e prospettazioni documentate che, di fatto, non sono state mai sottoposte al vaglio e all’approvazione dall’Organo deliberativo comunale come un vero e proprio strumento regolatorio delle funzioni e dei servizi all’interno del porto. Per la qual cosa, non rivestendo alcuna valenza di disciplinare tecnico-urbanistico, sono rimaste solo semplici indicazioni e/o analitiche prospettazioni redazionali per una possibile pianificazione urbanistica.

La raffigurazione, appena posta all’evidenza, che disegna un tentativo di ampliamento dell’infrastruttura portuale per una completa sua riqualificazione a scopo turistico e di connessione con la realtà territoriale della linea costiera dell’abitato antico, è tratta da un approfondito studio dell’arch. Mauro SÀITO di Bari, che ebbe a elaborarlo già nel 1998. Di più recente, invece, si riscontra la compaginazione del Piano degli Ormeggi, approntata da un RTP, con a Capo il Dott. Nicolo’ CARNIMEO, dietro un compenso di € 48.800,00 (D.D. 244 del 10.09.2015). Ancora uno Studio prelimenare di fruibilità pubblica del sistema portuale, a cura del Dipartimento di Scienza dell’Ingegneria e Architettura del Politecnico di Bari che comportò una spesa complessiva di € 24.400,00 (D.D. n.203 del 10.12.2020). E, infine, la redazione a cura dell’arch. Carlo ANGELASTRO di Bari della certificazione VAS (Valutazione Ambientale Strategica), propedeutica alla stesura del Piano Regolatore portuale, costata € 10.600,00 (D.D. n.247 del 31.12.2020). Non si può, dunque, dire che siano mancati consistenti finanziamenti per l’acquisizione di uno strumento pianificatorio del Porto cui non si è mai pervenuti in tutti questi anni in cui non si è più parlato di piano portuale fino all’attuale incarico  all’arch . MAFFIOLA lo scorso dicembre.

Tanti gli studi, le documentazioni redazionali per la riorganizzazione e funzionalizzazione del porticciolo senza che si sia mai prodotto un Piano Regolatore da approvarsi nei termini e alle condizioni previste dalla L.R. n.17/2015.

Così pure diversi sono gli interventi di carattere straordinario che si sono attuati nell’ambito della realtà portuale, specie sui due frangiflutti, e per il ripristino operativo della banchina e per la stessa rimozione di indebiti pontili, con spese anche considerevoli, a carico del bilancio comunale. Tuttavia l’unico intervento che, allo stato, sarebbe indispensabile porre in essere, non viene mai a considerazione.

E’ oltremodo urgente per la sicurezza della movimentazione dei natanti nello specchio acqueo  provvedere al dragaggio dell’intera Cala Porto, perché si rischia che le correnti marine possano provocare l’insabbiamento completo dell’intero territorio marittimo, chiuso dalle due dighe di frangiflutti. E, quest’operazione di rimozione di fanghi e detriti sedimentatisi, da qualche tempo, sui fondali della cala, ancorchè complessa, non è, per niente, condizianata all’entrata in vigore del Piano Regolatore del Porto.

Se è vero che si tiene molto alla riqualificazione dei servizi portuali, si cominci a mettere mano ad un recupero ambientale, asportando i tanti detriti entrati in cala con le correnti, in modo da ricavare l’originaria profondità dei fondali, adeguata a garantire un maggiore pescaggio.

Giuseppe Maldarella

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