VASI E FIORIERE PER LE STRADE DI GIOVINAZZO: UNO SCONVENIENTE DETURPAMENTO URBANO

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Non c’è bisogno di un esperto urbanista per riconoscere che tutte quante le fioriere, ovunque poste nei vari spazi della città, costituiscano, nello stato in cui sono, un fattore di degrado reale o percepito come tale. Non solo perché quei contenitori, di materiale e formato diversi, in gran parte, sono completamente sguarniti di elementi floreali e di piante che, ove ancora presenti, sono del tutto rinsecchite, ma soprattutto perché non sembrano, in ogni caso, adeguati allo scopo per cui furono posti nei luoghi cui, ancora, oggi sono. Tra, l’altro, poprio perché non considerati, da sempre, dagli amministratori pubblici, come elementi di arredo urbano, sono usati, il più delle volte, come deposito di ogni sorta di spazzatura, a cominciare da mozziconi di sigarette e di altro minuto rifiuto. E, infatti, va precisato che, effettivamente, la scelta di installare tali grosse fioriere era dipeso dalla necessità di disporre di una specie di barriera per impedire la circolazione e la sosta di veicoli su determinati brevi tracciati viari.

Salvo qualche caso raro cui i vasi hanno avuto uno scopo puramente ornamentale come in piazza S. Salvatore e sul Lungomare di ponente.

Il ricorso all’arredo a verde in grossi contenitori per transennare un tratto di strada da riservare al solo transito pedonale, all’origine, ebbe a rivelarsi assolutamente pratico e, soprattutto, economico, potendo evitare consistenti spese per impiantare particolari sistemi d’inibizione alla circolazione automobilistica. Tuttavia dal punto di vista estetico, costituendo queste installazioni, a tutti gli effetti, veri e propri arredi urbani, hanno bisogno di una continua attività di manutenzione e di particolare cura del verde, onde evitare che le piante s’inaridiscano e vadano in rovina, lasciando che quel manufatto, privo di qualsiasi elemento vegetale, venga usato per scopi di tutt’altro genere.

Ed è proprio quello che è accaduto e che qui si tiene a rappresentare perché se ne abbia ad avere concreta ricognizione.                       

Tanto perché si possa riconoscere che non c’è vaso che contenga un qualche arbusto rigoglioso e che, comunque, a motivo anche del loro apparente deterioramento, i contenitori stessi si prestino a fare da raccolta di rifiuti.

E, dunque, viene spontaneo chiedere pure agli attuali decisori politici, ancorchè non ritengano queste fioriere come ornamento urbano, se possano, tuttora, servire come rimedio appropriato a impedire la circolazione stradale e la sosta su spazi riservati ai pedoni, specie nella situazione di degrado cui versano?

Non è il caso, anche per un certo decoro urbano, che queste installazioni, che non si è in grado di mantenere corredate, di continuo, di piante verdeggianti, vengano immediatamente rimosse, perché sono divenute un vero e proprio orpello?

Non si potrebbe interessare un esperto paesaggista cui affidare la redazione di un progetto integrato per la realizzazione di un sistema di spartitraffico con attrezzaggi particolari e di dissuasori tecnologici di traffico a delimitazione di tracciati pedonali, senza quei manufatti ornamentali a verde cui non si è in grado di accudire?

Non è detto, infatti, che uno spazio urbano debba essere necessariamente arredato da vasi con piante verdi.

Si mettano via quelle fioriere in condizioni tanto deplorevoli. 

Giuseppe Maldarella

 

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