Grande successo dell’ultima rappresentazione de Il Barbiere di Siviglia all’Arena di Verona

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Sabato 22 luglio, all’Arena di Verona è stata messa in scena la quarta e ultima rappresentazione dell’opera Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini con libretto di Cesare Sterbini.

La regia è di Hugo de Ana, alla sua terza produzione in Anfiteatro, che allestisce una commedia umana più che corale, caratterizzata da pochi personaggi e da una presenza ridotta del coro, compensata, però, da un numero notevole di mimi e danzatori presenti sin dall’ouverture. L’intento dello scenografo argentino è stato quello di rappresentare una festa rococò, grazie anche alle coreografie di Leda Lojodice, e allo stesso tempo di mettere in scena i personaggi nelle loro particolarità. Il tutto è stato reso ancora più particolare dalla scenografia con enormi rose rosse e farfalle in un giardino all’italiana che, con le sue siepi in movimento, ricrea agilmente interni ed esterni. I personaggi, invece, indossano abiti lussuosi ed estrosi e parrucche dai colori sgargianti in pieno stile rococò: sembra quasi di essere all’interno di una fiaba.

Al successo di quest’opera hanno contribuito anche i cantanti, il tenore Antonino Siragusa nel Conte di Almaviva, appassionato amante della bella Rosina, che ha interpretato bene la parte dell’innamorato che cerca a tutti i costi di conquistare la sua amata, anche cambiando identità. Il cantante aveva già ricoperto questo ruolo in Arena nel 2011 e nel 2015 e ancora una volta ha mostrato un’ottima emissione di suoni. La bella e intraprendente Rosina è stata interpretata per quest’unica data dal bravissimo mezzosoprano Marina Viotti che si è ben calata nella parte della giovane donna che non sottostà a dei matrimoni combinati, ma vuole scegliere con il suo cuore. Il suo amore, però, è ostacolato dal suo tutore, Don Bartolo che vuole sposarla per ottenere la sua dote. Il personaggio è stato interpretato dal baritono Alessandro Corbelli che, con la sua voce possente, è riuscito a calarsi bene nella parte di una figura autoritaria, ma che alla fine viene presa in giro ed è costretta a cedere all’amore dei due. Un altro personaggio importante è quello di Don Basilio (interpretato egregiamente dal basso Michele Pertusi), faccendiere ipocrita ed imbroglione che, scoperto l’interesse di Almaviva per Rosina, suggerisce al tutore di diffondere calunnie sul suo conto per metterlo fuori gioco. Tra le figure vicini invece al Conte vi è Fiorello, il servitore, con il quale Almaviva si sfoga sul suo amore, e poi c’è Ambrogio, il servitore di Bartolo, ruoli entrambi interpretati dal baritono Niccolò Ceriani. Un’altra macchietta di quest’opera è la cameriera Berta, impersonata dal soprano Marianna Mappa, che si è distinta per un assolo sull’amore che fa delirare giovani e vecchi, lei compresa.

Ma la figura più peculiare, che dà anche il titolo all’opera, è il Barbiere di Siviglia, Figaro, detto “il factotum della città, che, con vari stratagemmi e dopo numerose peripezie, riesce ad aiutare il Conte di Almaviva a conquistare la sua bella Rosina. Questo personaggio è stato interpretato in maniera eccelsa dal baritono Nicola Alaimo che è riuscito a calarsi in maniera professionale nei panni di un personaggio tanto buffo quanto astuto.

Il nucleo di questi personaggi è stato arricchito dall’incredibile corpo di ballo dell’Arena di Verona che ha impersonato la servitù del palazzo o i gendarmi che tentano di arrestare il Conte di Almaviva, mostrando energia ed equilibrio nei movimenti.

Un altro elemento importante, se non basilare per la buona riuscita di un’opera è certamente l’orchestra, che in questa occasione è stata diretta da Alessandro Bonato, con, in particolare, Richard Barker, al cembalo nei recitativi insieme a Sara Airoldi al violoncello e Riccardo Mazzoni al contrabbasso, mentre il coro areniano, dalle notevoli qualità, è stato diretto da Roberto Gabbiani.

Grazie a questo nuovo allestimento, Il Barbiere di Siviglia, che in passato non aveva visto molte rappresentazioni in Arena, è diventato uno tra i piéces maggiormente messi in scena con 31 rappresentazioni in 5 stagioni. Un’opera ben riuscita, nonostante le numerose rivisitazioni, elegante ed equilibrata, ma che al contempo riesce a far ridere di gusto il pubblico che, al termine dello spettacolo, ha manifestato il suo entusiasmo con un lunghissimo applauso. Ancora una volta l’Arena diviene il luogo in cui si può gustare la bellezza dell’arte, dimenticandosi per un attimo delle proprie vite e lasciandosi travolgere da una storia allegra ma significativa.

Martina Ragone

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