Storia e tradizione: eziologia del lancio del riso agli sposi

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Al giorno d’oggi si configura come momento finale di ogni matrimonio il lancio del riso verso gli sposi, solitamente all’uscita della chiesa o del luogo dove si è svolta la cerimonia. Si tratta, infatti, di un rito propiziatorio che rappresenta un augurio di un futuro intriso di gioia e fortuna. Tale usanza risale persino agli Antichi Romani, che solevano lanciare grano, avena o semi, simboli della nascita di vita nuova riccadi prosperità, con l’auspicio di far piovere fertilità sulla coppia.
Nelle epoche successive si iniziò ad adoperare il mais, sino a quando, poi, nel Medioevo si passò al riso, poiché più vicino simbolicamente alla fecondità del parto e capace di allontanare gli spiriti maligni. A sostegno di tale idea, diffusa nell’immaginario collettivo, secondo una leggenda cinese si riteneva che un genio buono aiutò alcuni contadini in un periodo di carestia spargendo i suoi denti in una palude; da essi fiorirono piantine dai frutti bianchi come il riso, conferma simbolica del valore positivo del riso.
Benché tale tradizione stia man mano scomparendo in favore di altri usi, come i petali di rosa, il lancio dei palloncini verso il cielo e molti ancora, tuttavia ogni paese conserva orgogliosamente tradizioni particolarissime: in Venezuela, ad esempio, è consuetudine per gli sposi sgattaiolare via dalla cerimonia, in Svezia, invece, si inserisce nel bouquet un ramo di mirto, mentre in Cina non può mancare la cerimonia del tè in compagnia dei propri cari.
Maria Elide Lovero
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