Il 19 gennaio tornerà al cinema con “Babylon” Damien Chazelle, regista e autore premio Oscar per “La La Land” (2016) di cui parleremo oggi.
Userei l’aggettivo “onirico” per definire questo film, dalla narrazione alla fotografia passando per i costumi, eleganti abiti monocolore. Perché è proprio un sogno ballare il tip tap al tramonto presso il Griffith Observatory con Ryan Gosling.
I protagonisti della storia, Sebastian, un pianista jazz, e Mia (Emma Stone), un’aspirante attrice, vivono fuori dalla realtà con la quale si scontrano nel momento in cui sono vicini alla realizzazione dei propri sogni. Entrambi si amano e amano allo stesso tempo ciò che li appassiona, ma arrivati alla soglia del successo per cui hanno tanto lavorato si trovano davanti a decisioni che iniziano a sgretolare la loro relazione.
I giochi di luci e ombra durante i momenti musicali, perché è di un musical che stiamo parlando, proiettano lo spettatore nel mondo dei sogni dei personaggi. Ancora, la conclusione stessa è un sogno, inteso come un’aspirazione che però è troppo tardi da rincorrere.
La colonna sonora e la celeberrima canzone originale “City Of Stars” sono state premiate ai Golden Globes (prendete nota: quelli di quest’anno avranno luogo la notte tra il 10 e l’11 gennaio), oltre ad aver contribuito a rendere famoso il film.
I siti “che ora vanno di moda” come Rotten Tomatoes e Letterboxd lo definiscono una “meraviglia” e un “capolavoro”. Questo giudizio resterà invariato per “Babylon” o i critici e i cinefili resteranno annoiati o terrorizzati dalla durata del film (tre ore e nove minuti)?
Sofia Fasano