RIPIANTUMAZIONI IN STRADE E AIUOLE A GIOVINAZZO CON TRATTAMENTO FITOSANITARIO AD ALBERI DI LECCIO

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Con un non so che di retorica, i giorni scorsi, gli amministratori comunali, divulgando notizie anche di lavori in corso, hanno ripetutamente propagandato i molteplici provvedimenti riguardanti la vasta operazione di ripiantumazioni su diverse aree urbane e le azioni di valorizzazione e di difesa della dotazione  arborea cittadina. E’ da molto tempo che si parla di incrementare il più possibile il verde in città e, soprattutto, di averne debita tutela, evitando specie le potature drastiche delle chiome degli alberi che, spesso, danno luogo anche alla loro perdita.

Dunque, qualsiaisi azione in tale direzione è da apprezzare e sostenere. Tuttavia, come spesso mi pare porre a considerazione, gli interventi in questo settore o sono approssimativi o, di frequente, non sono completi, nel senso che, inspiegabilmente, lasciano indietro qualcosa ancora da farsi, o, per giunta, da non pensarci più.

Già, un anno fa, in occasione dell’abbattimento di 21 alberi di ailanto, lungo il viale che porta alla stazione, e la loro sostituzione con 29 essenze di altra specie, ebbi modo di annotare con il mio articolo del 27 febbraio 2023 -“Giovinazzo: altra alberatura per il viale Guglielmo Marconi“-, come non tutti gli alvaretti presenti sui marciapiedi della via furono considerati per una nuova piantumazione. Non fu neppure eliminato qualche leccio, da tempo essiccatosi, che è ancora lì, come, pure, diversi originari alloggiamenti che furono esclusi dal progetto di ripristino arboreo, per essere stati pavimentati.

E’ accaduto lo stesso, giorni fa, quando si è provveduto alla messa a dimora di nuove piante in Piazza Garibaldi. Non tutti gli alloggiamenti in terra sono stati utilizzati per piantumare le nuove essenze. Anche in questa circostanza va annotato che diversi alvaretti, da cui furono rimosse le acacie ivi piantate e coperti con lastre di pietra sono rimasti tali.

Forse non dovevano essere rimosse quelle basole per piantarvi i nuovi alberi? Non ci sono forse altre buche sprovviste di piante sempre lungo il marciappiede della strada che delimita la villa comunale, particolarmente quella sul tratto di prosecuzione con via Piano e, perfino, su quello in  fregio all’edificio scolastico? Si vede che quei tratti stradali l’Amministrazione non li comprende come Piazza Garibaldi.

Evidentemente non vi è una visione pianificatoria corrispondente alle necessità reali che la stessa comunità civica mostra di voler vedere attese, né forse vi è un organismo con compiti direzionali che sul piano operativo  coordini e soprintenda efficacemente le attività che man mano si pongono in essere.

Intanto, l’esecutivo con Delibera di Giunta n. 72 del 7 maggio scorso, ha approvato il progetto di riqualificazione dell’aiuola sulla rotatoria avanti al sottopasso ferroviario di via Bitonto, che prevede una spesa complessiva di poco meno di trentadue mila Euro, senza che ne sia stata indicata la copertura finanziaria, in modo da consentire di procedere con l’appalto. E’ un progetto redatto dai dott.ri agronomi, Giovanni Battista Guerra e Antonio Tritto, dello Studio ARBOR di Trani. La relativa commessa per l’arredo della rotatoria risale al dicembre 2022 e, da poco, si è ravvisato di portarlo all’approvazione dell’autorità di governo, anche se non vi è indicazione se la relativa spesa è da sostenersi con risorse comunali o di qualche impresa privata che si sarebbe impegnata di farsi carico, come è stato detto, sia successo con la fornitura delle nuove alberature di piazza Garibaldi e di via Crocifisso e Durazzo.

E sempre al dott. Antonio Tritto, per quest’anno, è stato affidato il trattamento fitosanitario degli alberi di leccio, allo stesso costo di quello messo in atto l’anno scorso (€ 14.600,00, esclusi i relativi oneri), quando a detta pratica ci mise mano il suo collega di studio, il dott. Giovanni Battista Guerra.

E poi ci sono le più importanti opere di valorizzazione del verde, a comunciare dalla sostituzione di tutte le piante sullo spiazzo centrale di piazza “Vittorio Emanuele II” e in piazza del Porto, per finire, con l’intervento sui due lungomari.

Ed è previsto, perfino, l’allestimento della porzione di suolo in Zona D.1.3 del PRGC, cui gli amministratori ne parlano da mesi, avendo approvato il relativo progetto, il 30 gennaio scorso, con una spesa di ben € 270.000,00.

Un gran straordinario investimento per tutte queste opere. Non c’è che dire!

Ma anche in Piazza Vittorio Emanuele si sono estirpati e ripiantumati alberi solo sul spazio centrale, mentre nessuna operazione di rimpiazzo sembra essere stata prevista lungo i marciapiedi lungo la salita di Porta Nuova o su quelli dei due tratti stradali che delimitano, sul fronte mare, l’area della piazza, ove, peraltro, sono presenti fosse scoperte o alvaretti completamente chiusi dalle strutture dei vari dehors che ne hanno occupato la superficie. In altri termini, ce ne sarebbe voluto un centinio di piante e non una cinquanta, per valorizzare dignitosamente l’intero contesto della piazza, che è, pur, simbolo della città.  In piazza del Porto, invece, anche alberi che sembravano in buona salute sono stati rimossi per la sostituzione, senza che ci sia stata alcuna segnalazione circa l’eventuale loro stato di pericolosità.

Ma viene da chiedere: dopo che le piante saranno messe tutte a dimora, e allestite le aiuole con cespugli variopinti, ci sarà un servizio continuo di sorveglianza e di cura di detto patrimonio?

Non è che anche queste piante rischiano la stessa sorte di quelle piantumate, appena qualche anno fa, nell’area a parchegio in fregio a Via Rodolfo Rollo, realizzata da un privato a titolo  compensativo  di permesso a costruire una struttura commerciale? Un impianto di servizio a parcheggio, comunque, ceduto alla proprietà comunale cui fa carico la manutenzione.

Credo si possa dubitare che l’impresa TL di Tritto Mauro di Bisceglie, affidataria del servizio di manutenzione del verde cittadino, nel periodo triennale di appalto, tuttora in proroga, possa badare a tutti i servizi previsti nel Capitolato e Disciplinare Tecnico, a fronte di un compenso mensile di poco più di 3.200 Euro, compresi oneri fiscali e della sicurezza.

Ne è prova la mancanza di cura che si rileva proprio alla radice delle piante messe a dimora l’anno scorso su viale Marconi, ormai nuovamente soffocate da erbe spontanee e dai polloni degli alberi di ailanto, presistenti, che rispuntano rigogliosi dopo le piogge di primavera.

Giuseppe Maldarella

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