Accade oggi: 24 febbraio 2022, l’invasione russa in Ucraina

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Il 24 febbraio 2022 è iniziato il conflitto in Ucraina, con le truppe russe che hanno attraversato il confine con la Crimea. Lo scontro diplomatico-militare che andava avanti dal 2014 si è trasformato in un bagno di sangue. Il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin (è bene specificarlo) ha ribattezzato il tutto come un “operazione militare speciale”.  Un’operazione che però ha appena compiuto il suo primo anniversario, e a cui il mondo non ha smesso di prestare grande attenzione. Questo perché la guerra (perché di guerra si tratta, nessuna “operazione militare speciale”) negli ex territori sovietici ha provocato gli ormai famosi caro bollette e caro carburanti. Con buona pace dei portafogli di milioni di cittadini.

Tra le tante cause, vi è la maggiore crisi per l’accoglienza di rifugiati nel Vecchio Continente dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. E a nulla è valsa la lunga fila di aziende fuggite dalla Russia come H&M, Ikea, Renault e Ford, oltre alla catena di ristoranti McDonald’s. Ma al di là delle questioni economiche, concentriamoci sul valore etico dell’accaduto.

Si dice che la storia insegna purtroppo senza che l’uomo impari: queste parole sono più che attuali. Parliamoci chiaro: nei conflitti a pagare sono sempre i civili, donne, bambini, persone che vengono colpite a causa di divergenze tra potenti a cui importa poco o nulla delle conseguenze che ricadono sugli abitanti. Le storie di un popolo che combatte in difesa della patria o di famiglie che per il bene dei propri figli decidono di scappare con il timore di non poter tornare più a vivere una vita felice nella propria terra nativa; genitori che vedono morire i loro bambini, qualcosa di atroce e straziante, e le immagini che guardiamo da un anno a questa parte ci colpiscono in tutto e per tutto. Immaginate per un momento di stare per andare a dormire con la consapevolezza che la mattina dopo andrete a lavoro, a scuola, qualunque sia la vostra routine quotidiana; e invece nel pieno della notte venite svegliati dall’esplosione di una bomba, di un attacco aereo, di un’invasione qualsiasi. La vostra casa è a pezzi, prendete pochi beni utili e scappate, scappate senza sosta in cerca di un aiuto, di un’uscita e con il desiderio che tutto questo sia un incubo e difatti di un incubo si tratta. Ecco, il popolo ucraino sta vivendo esattamente questo.

E a 365 giorni di distanza, della possibilità di scrivere la parola “fine” non c’è neanche l’ombra.

Paolo Gabriel Fasano

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