È uno dei simboli della città di Gravina, ma con la sua spettacolarità è divenuto nel tempo sinonimo della Puglia stessa, finendo anche in numerosi film. Stiamo parlando del Ponte dell’Acquedotto, che, attraversando una profonda lama, collega il centro storico della città murgiana al costone roccioso dove sorge il sito archeologico di Botromagno. Analizziamo la sua storia.
La prima pietra dell’opera venne posata alla fine del XVII secolo, quando fu costruito un primo ponte per permettere ai cittadini di raggiungere, per l’appunto, la zona di Botromagno e le numerose chiese rupestri presenti in quei luoghi, in particolare quelle del complesso della Madonna della Stella, che si affacciano direttamente sulla lama attraversata dal torrente Gravina, che l’ha forgiata nel corso dei millenni.
Ma il primo ponte ebbe vita breve, e dopo poco più di un secolo crollò, allorquando si verificò un forte sisma. Tuttavia, data l’importanza dell’opera, questa venne ricostruita nel 1722 su istanza degli Orsini, che furono Signori di Gravina praticamente fino all’abolizione della feudalità, mantenendo una splendida residenza nei pressi dell’attuale Piazza della Repubblica.
In aggiunta al ponte, si decise di sfruttare le pendenze naturali della lama per realizzare un acquedotto, su modello di quelli costruiti dagli Antichi Romani, in modo da convogliare verso il paese l’acqua proveniente dalle sorgenti di Sant’Angelo e San Giacomo.
Vennero quindi realizzate due vasche per la raccolta delle acque, rispettivamente ai due lati del ponte, collegate dalla tubatura che rimase intatta fino all’agosto del 1855, quando venne sostituita da una spalliera in tufo.
Le dimensioni del ponte sono considerevoli: alto 37 metri, lungo 90 e largo 5,5, tanto da permettere il transito dei carri.
Dall’altro lato del ponte, di grande impatto è il suddetto santuario della Madonna della Stella, esistente già nell’XI secolo quando era un monastero di Benedettini. Questi, comunque, si insediarono in un luogo già utilizzato in precedenza, tanto da presentare reperti risalenti al 3000 a.C.
La bellezza complessiva del luogo non passa inosservata. Oltre ad attrarre parecchi turisti, è qui che è stato girato uno spettacolare inseguimento per l’ultimo film della saga di 007. Più recentemente, proprio sul ponte è stato celebrato un fastoso matrimonio tra due personalità straniere.
Infine, nell’ottica dei più ampi lavori di ripristino che stanno riguardando il rione Piaggio (ovvero quello che scende all’interno della Gravina), e che hanno consentito lo scorso anno il restauro del ponte, è stata realizzata una scenografica illuminazione, in modo da dare lustro all’importante monumento.
Giuseppe Mennea