Racconti dalla Puglia abbandonata: Masseria Caffariello

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Nell’area che si trova a confine tra il Quartiere San Paolo, il Parco di Lama Balice e la Zona Industriale di Modugno, ad altezza della Motorizzazione Civile, sorge al termine di un lungo viale coronato da imponenti pini una masseria, ormai abbandonata, che cela una storia davvero singolare, legata a uno dei più importanti cantanti del Settecento. Si tratta di Masseria Caffariello.

Questa masseria, originariamente proprietà degli Effrem di Bari, che disponevano di vasti terreni nell’area, risalirebbe al XVII secolo. Ma è nel Settecento che prende il nome attuale.

La proprietà, infatti, venne rilevata dal celeberrimo Gaetano Majorano, nato a Bitonto e impegnato in tutta Europa in quanto uno dei più importanti cantanti castrati dell’epoca.

Questi era figlio di contadini, ma la sua bravura come cantante e il suo interesse per la musica non passarono inosservati, tanto che un tale Caffaro lo avviò agli studi e convinse la famiglia a svolgere l’operazione di castrazione a Norcia. In quanto protetto da tale Caffaro, il giovane cantante venne soprannominato Caffariello.

Caffaro gli insegnò a leggere e scrivere e lo inviò a Napoli a completare gli studi dal celebre maestro e compositore Nicola Porpora. Il suo successo fu strepitoso: nessuno all’infuori di Farinelli poteva competere con lui come voce. Quindi si esibì a Napoli, Roma, Torino, Genova, Milano, Firenze, Venezia e addirittura a Londra.

Tali furono le ricchezze che riuscì ad accumulare che si fece costruire uno splendido palazzo a Napoli e acquistò il titolo ducale e il feudo di San Donato di Lecce. Dalle nostre parti, disponeva di numerosi terreni a Ruvo, Corato e Bitonto, tra i quali, appunto, quelli su cui sorge la masseria omonima.

La struttura sorge al termine di un lungo viale, laddove si sviluppa un’esedra semicircolare che presenta numerose mangiatoie per cavalli. Dall’esedra si accede all’atrio della struttura, su cui si affacciano i locali produttivi al pian terreno e la scala che permette l’accesso all’abitazione padronale.

Questa si compone di sei stanze, con annessa cucina, e una vasta terrazza che si trova al di sopra di un ambiente originariamente dedicato a stalla o a frantoio, con vasche di pietra e numerosi pilastri, che sostengono ben nove campate.

Dopo la morte di Caffariello, la proprietà venne rilevata dalla famiglia dei Capitaneo, importante casato giunto in Puglia al seguito di Bona Sforza, a cui ancora oggi fa capo.

Giuseppe Mennea

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