La IV domenica di Pasqua è la cosiddetta “domenica del Buon Pastore” con un richiamo molto forte alla dimensione vocazionale sacerdotale o alla vita religiosa; infatti celebriamo la giornata mondiale delle vocazioni.
Siamo al capitolo dieci dell’evangelo di Giovanni che prende in considerazione questo tema con accenti diversi che si sviluppano in molteplici direzioni quali : Gesù che chiama le pecore per nome, Gesù porta dell’ovile, Gesù pastore buono che da la vita, Gesù che conosce le pecore del suo gregge. E’ proprio il concetto di conoscenza reciproca tra il buon pastore e le pecore che emerge in questa pagina evangelica e che sin dalla creazione ne è stato un tema cruciale. La conoscenza secondo la Scrittura non è mai solo questione di intelletto ma soprattutto di relazione che porta all’intimità. Gesù conosce con il cuore: il pastore è in ansia quando anche solo una pecora si perde, “nessuno le stapperà dalla mia mano”. Questa immagine è usata per indicare la forza della custodia, la mano quindi è molto più dell’estremità del braccio, infatti esprime il luogo simbolico dove prende inizio e si mantiene l’opera di Dio. Certo, la nostra cultura non è più familiare a lavori pastorizi che altrimenti avrebbe evocato in noi immagini di fatica e sacrificio per costruire il recinto e nello stesso tempo sentimenti di ammirazione per il coraggio di difendere il proprio gregge da lupi e predoni. Gesù conosce noi suoi fedeli nell’intimo del cuore non come indagatore, ma come colui che ha cura di quanti il Padre gli ha affidato e con il suo sacrificio prepara dimore eterne presso il Padre. Questa è l’opera che ancora oggi continua attraverso pastori secondo il suo cuore e per i quali eleviamo la nostra preghiera.
BUONA DOMENICA A TUTTI E UN ABBRACCIO A TUTTE LE MAMME.
Commenti